Sempre più spesso si sente parlare della manutenzione bosco e della gestione bosco come di qualcosa di complesso da attuare e con moltissime responsabilità da parte del proprietario privato.

Centinaia di ettari di bosco, un tempo gestiti dalle persone che vivevano in montagna, sono oggi lasciati a loro stessi. 

Le persone vivono in città e non riescono a prendersene cura.

I boschi abbandonati hanno dei costi molto alti per la comunità in termini di aumento del rischio idrogeologico e di altri pericoli naturali.

E se fosse possibile ribaltare questa prospettiva, donando ai boschi abbandonati nuova vita e conferendogli nuovo valore?

Esiste una realtà italiana che promuove l’inserimento a costo zero dei boschi dei proprietari interessati alla gestione collettiva del bosco in una piattaforma comune. 

L’obiettivo è la creazione di un database di boschi a livello nazionale che sarà possibile un giorno gestire collettivamente, portando negli anni non solo ad abbattere le spese ma anche a poter ottenere dei ricavi dal proprio bosco privato.

Questa realtà si chiama Forest Sharing, piattaforma nata da un gruppo di ricercatori dell’Università degli Studi di Firenze con l’obiettivo di proporre una gestione sostenibile del proprio bosco privato secondo i principi dell’economia di scala, con i più innovativi strumenti della ricerca scientifica e della selvicoltura di precisione. Un metodo che si ispira ai veri principi della Sharing Economy: si crea valore con le persone, non sulle persone

 

Bosco gestito e manutenuto. Nessun costo, solo grandi vantaggi.

Un progetto di questo genere avrebbe degli straordinari vantaggi A COSTO ZERO per i comuni e i cittadini privati tra i quali:

1)Aumento della manutenzione del territorio: nei comuni montani mantenere il bosco significa mantenere una buona parte del territorio. Estendere la gestione forestale alle proprietà boschive private comporta aumentare la sicurezza della viabilità stradale, limitare gli incendi e i fenomeni di dissesto idrogeologico.

2) Sviluppo di economia forestale: attivare la gestione forestale delle proprietà private significa sbloccare numerose risorse rinnovabili ad oggi inaccessibili, a cominciare dal legname che verrebbe valorizzato dal progetto di filiera generando reddito per i proprietari e gli operatori del settore. Inoltre aumenterebbe il valore turistico del territorio migliorandone l’estetica e la fruibilità.

3) Sviluppo rurale: l’estensione della gestione forestale alle proprietà private aumenterebbe l’attrattività del territorio per gli investimenti esterni, in quanto in grado di sfruttare al meglio le proprie risorse rinnovabili.

Ora però vi starete chiedendo: perché mi stanno proponendo un progetto nato in Toscana? Io abito in Canavese!

 

Manutenzione bosco: un progetto nato in Toscana e ora promosso in Canavese

Da quest’anno, il Consorzio Forestale del Canavese, si occuperà di promuovere questo progetto proprio tutti coloro i quali abbiano una proprietà boschiva privata in Canavese, a costo zero, grazie a un progetto finanziato dal GAL Valli del Canavese (Progetto Pa.Le.T.T.A.Ro  – Misura 16.2 PSL GAL Valli del Canavese).

L’elemento fondamentale di questo progetto è che sarà supervisionato da una vera e propria autorità nazionale di questo settore, ovvero uno degli ideatori della nota piattaforma Forest Sharing, Guido Milazzo, che in solo un anno ha raccolto 4500 ettari e 450 proprietari su tutto il territorio nazionale con grandi risultati e che ha vinto numerosi premi del settore ottenuti con il proprio team di lavoro.

Per poter inserire il tuo bosco privato all’interno di questo straordinario e innovativo sistema a costo zero visita il sito web www.forestsharing.it oppure, se preferisci essere guidato passo passo nell’iscrizione alla piattaforma, chiama il Consorzio Forestale del Canavese al 3470870908 o scrivi a info@consorzioforestalecanavese.com.

Sappiamo che potrebbe sembrare troppo bello per essere vero ma è così: grazie all’economia circolare una gestione sostenibile e a costo zero del proprio bosco è possibile.

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